dolore

Sotto la categoria malattia ginecologica si trovano molte patologie, che ovviamente coinvolgono solo ed esclusivamente le donne. Alcune presentano un quadro clinico generalmente blando, alcune possono essere fatali, come quelle di carattere oncologico.

Ce n’è una però che, per quanto sottovalutata, merita un approfondimento, se non altro per l’elevata incidenza che la contraddistingue. Essa prende il nome di endometriosi e può interessare oltre il 10% delle donne. Ne parliamo qui.

Cos’è l’endometriosi

Il termine endometriosi, come capita spesso per le patologie, è di origine greca. Proviene da “endo”, che significa interno, “metra”, che significa utero e “-osis”, suffisso che indica una morbosità. 

Il nome, anche nella sua estensione etimologica, non rende l’idea degli effetti che genere né tanto meno della sua origine. Anche perché, almeno da questi punti di vista, è una patologia del tutto particolare, fuori dal comune. Consiste infatti nella formazione di tessuto endometriale al di fuori della sua sede naturale. Il tessuto endometriale ricopre l’interno dell’utero e ha lo scopo di accogliere un eventuale embrione. Nell’endometrsiio, tale tessuto si sviluppa esternamente e può coinvolgere anche gli organi circostanti.

Questa condizione provoca molti effetti, tutti negativi. I sintomi sono numerosi, variegati e possono portare a conseguenze drastiche, sebbene non fatali. Insomma, cagionano potenzialmente un radicale peggioramento del tenore di vita.

Perché l’endometriosi è una malattia ginecologica seria

L’endometriosi è una malattia ginecologica non mortale, è vero, ma è allo stesso tempo una delle più importanti. Il motivo è semplice: è incredibilmente diffusa. L’incidenza supera il 10%, sicché in Italia vivono ben 30 milioni di donne affetta da endometriosi.

L’importanza è giustificata anche dalla presenza di numerosi sintomi, che hanno un decorso cronico e anzi progressivo, e sono capaci di impattare profondamente sulla qualità della vita.

  • Dolore cronico. L’endometriosi provoca quasi sempre dolore pelvico costante, che si fa ancora più intenso durante le mestruazioni, fino a diventare invalidante. Si pensa che il dolore sia causato da una reazione infiammatoria, innescata a sua volta dal sanguinamento che coinvolge il tessuto endometriale “fuori sede”. Sovente, il dolore è causato anche dalle cosiddette aderenze, che si verificano quando il tessuto endometriale funge da collante per gli organi interni. 
  • Mestruazioni dolorose. Per questo e per altri motivo, le mestruazioni possono rappresentare un vero e proprio incubo per chi soffre di mestruazioni dolorose. Il dolore, in questi frangenti, può irradiarsi in molte parti del corpo: schiena, gambe, persino sterno. 
  • Riduzione della fertilità. L’endometriosi può portare all’infertilità totale. Anche nei casi più lievi, però, si registra una riduzione importante della fertilità. Ciò potrebbe essere causato dagli squilibri ormonali innescati dalla presenza del tessuto endometriale.
  • Rapporti sessuali dolorosi. Il dolore innescato dall’endometriosi può pregiudicare i rapporti sessuali, rendendoli molto dolorosi.
  • Disuria. Le reazioni infiammatorie, specie in caso di aderenze, possono coinvolgere anche la vescica. Nella fattispecie si verificano problemi urinari, come la frequenza dello stimolo e bruciore.
  • Problemi psicologici. È un sintomo indiretto, ma molto comprensibile. La presenza di questi sintomi, quasi tutti di natura cronica, può causare forte stress.

Come si cura 

Non esiste una cura per l’endometriosi. È possibile solo l’attenuazione dei sintomi. La ricerca ha fatto molto, ma altrettanto rimane da fare. Tra l’altro, i trattamenti a disposizione sono vari, e solo in rari casi possono essere praticati in contemporanea.

La terapia base prevede l’assunzione di antinfiammatori e antidolorici FANS. Non di rado, si procede con una terapia ormonale, tale da diminuire il flusso mestruale e quindi il sanguinamento, che spesso innesca la reazione infiammatoria. Nelle fattispecie più gravi, si procede con interventi chirurgici finalizzati alla rimozione del tessuto endometriale fuori sede e la dislocazione delle aderenze tra gli organi.